I protagonisti dell' Avventura
Angelo D’Arrigo


Angelo D’Arrigo è ricordato per le sue grandi imprese in deltaplano, come il volo sull’Everest seguito dall’Aquila Gea, ma si è cimentato anche in altre discipline, dal parapendio allo sci estremo.
D’Arrigo ha pure realizzato documentari amatoriali sulle sue imprese divulgandole in centri culturali e scuole, contribuendo a far conoscere maggiormente gli sport definiti estremi. Nel corso delle riprese di un documentario

Angelo si rende protagonista di uno straordinario volo sul Vulcano più alto d’Europa, l’Etna in quel periodo in piena eruzione. Da questo momento Angelo D’Arrigo, affascinato da questo straordinario paesaggio, in cui convivono vari elementi come terra acqua e fuoco, lascia la Francia per trasferirsi alle falde dell’Etna.
Qui fonda una scuola di volo chiamata l’Etna Fly, ora questa struttura è diventata un centro turistico dedicato agli sport estremi.
Dopo anni trascorsi volando col deltaplano e partecipando anche a diverse gare internazionali (ha vinto due titoli mondiali)
D’Arrigo lascia il mondo delle competizioni per dedicarsi alla ricerca di record, cercando di emulare il volo dei rapaci per la ricerca del volo istintivo. In questo periodo Angelo da vita al progetto denominato “Metamorphosis” in cui studia il volo dei più grandi rapaci della terra, dalle Aquile agli Avvoltoi dell’America Latina a quelli Australiani.
Angelo mise a disposizione della scienza le sue ricerche sui rapaci, e grazie a imprese uniche arrivò l’interesse dei Media Mondiali.
Angelo D’Arrigo
, leggenda del volo sportivo, recordman mondiale di traversate internazionali, è scomparso in un incidente aereo  il 26 marzo del 2006, a soli 44 anni, mentre sorvolava la base di Comiso.


Un’aquila e un deltaplano per volare sopra l’Everest

Con l’ausilio del deltaplano e seguito da Gea, l’aquila Nepalese che aveva portato in Italia, e che lui volle restituire alla libertà nei cieli del Tibet, Angelo D’Arrigo nel maggio del 2004, si rese protagonista di un volo “estremo”, ricordato anche dopo la sua tragica scomparsa. 
La spedizione era partita per il Nepal nell’aprile del 2004 stabilendo il proprio “campo base” a Lukla (a 2800 metri di quota). Qui D’Arrigo fece alcuni voli di prova. In seguito la spedizione Italiana si trasferì a Syangboche (4000 metri) e nel maggio del medesimo anno cominciarono i primi tentativi di sorvolo.
A causa delle previsioni meteo, il tentativo di volo dell’Everest, si doveva fare non oltre il 28 maggio, per le successive condizioni climatiche non ideali oltre tale data. Angelo D’Arrigo in accordo con il suo team si spostò a Tyangboche (3867 metri), il 24 maggio del 2004 alle ore 5,30 del mattino finalmente l’impresa ebbe inizio. 
Così dichiarò Angelo D’Arrigo al termine della sua incredibile impresa: Appena arrivati, ho capito che questa sarebbe stata la giornata giusta per la traversata.
Ho sentito che le condizioni erano favorevoli, ma non ho detto niente ai miei compagni per non agitarli.
Ma aggiunse, il volo è stato più difficile del previsto perché il vento che dal meteo era dato debole, in realtà era molto forte.
Portato in quota
dal traino di un ultraleggero a un’altezza di poco superiore ai 7.000 metri, e in seguito sganciatosi dal medesimo, D’Arrigo risalì fino ai 9.000 metri lungo la valle del Khumbu sorvolando Namche, Amadablam, Nuptse, Lotse e infine la cima dell’Everest.
La conduzione del deltaplano fu più difficile del previsto, soprattutto a causa di forti turbolenze e del fortissimo vento. Si aggiunsero la formazione di ghiaccio sulla visiera del casco e la rottura di parte del cavo di traino prima di raggiungere la quota prestabilita. 
L’atterraggio, dopo quattro ore e mezzo di volo, con punte di velocità di 200 chilometri orari, è avvenuto intorno alle 5,30 locali, nelle vicinanze del laboratorio scientifico italiano della Piramide Everest – K2- Cnr, Qui D’Arrigo fu sottoposto a visite mediche per studiare come il suo fisico si comportò in condizioni così estreme.

Il volo dell’Aconcagua

“Se un condor riesce a sfruttare le correnti ascensionali fino a raggiungere gli undicimila metri senza dover battere un solo colpo d’ala, all’ora voglio vedere fin dove posso spingermi con il mio deltaplano nel tentativo di imitare l’essere vivente più dotato nel volo libero”.
Così dichiarò Angelo D’Arrigo prima del suo volo dell’Aconcagua (6962 metri) la vetta più alta della cordigliera delle Ande, la seconda catena più alta al mondo.
D’Arrigo per questa sua impresa si ispirò al Condor delle Ande, il veleggiatore più avanzato della specie, avvistato perfino a quote prossime ai 10.000 metri.
La partenza della spedizione Italiana, denominata “Acoucagua Flight Xplorer 05” avvenne il 6 dicembre.
Raggiunta Puente del Inca, vicino alla frontiera con il Cile, cominciarono le complesse operazioni di ambientazione e preparazione del sorvolo dell’Aconcagua, la montagna sacra degli Incas.
In seguito alle pessime previsioni meteo in questa regione, D’Arrigo si portò nella zona di Rivadavia, dove si erge il vulcano Tupungato; durante il volo stabilì un nuovo primato di quota toccando i 9100 metri.
Il deltaplano di D’Arrigo come avvenne sull’Everest fu portato in quota al traino di un ultraleggero pilotato dal britannico Richard Merediith.
Dopo lo sgancio proseguì il volo, sfruttando la gigantesca onda metereologica generata dallo scontro dei venti dell’Oceano Pacifico con le pareti delle Ande, prima di planare a terra.
Estreme furono le condizioni del volo: temperature intorno a -50°, rarefazione dell’aria e conseguente rischio reale d’ipossia, cioè la mancanza di ossigeno nel sangue. Forti turbolenze e pressione atmosferica ridotta del 75% Contrariamente a quanto fece sull’Everest nel 2004, contro l’ipossia D’Arrigo non usò il respiratore, ma una tecnica yoga denominata “pranayama”. .


Le imprese più importanti di Angelo D’Arrigo:
                                                                                                                               
Prima traversata in solitario del Mediterraneo in deltaplano a motore, Catania Il Cairo
Prima traversata in solitario del Sahara in deltaplano a motore, Il Cairo / Casablaca.
Prima traversata del Sahara in deltaplano
Prima traversata della Siberia in deltaplano.
Primo sorvolo dell’Everest in deltaplano.
Record di distanza delta motore no stop:  1.830 km
Record di altitudine col delta motore: 9,100 metri
Record di altitudine col delta idrovolante: 6,500 metri
Record di velocità ascensionale in delta motore
Record di altitudine in deltaplano argentina 7,400 metri



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