I LUOGHI DEL CUORE:
S. Anna in Camprena (Siena)

Sant’Anna in Camprena è un ex Convento, ora trasformato in Agriturismo e si trova in una bellissima posizione nelle crete senesi. Il luogo ideale da usare come base di partenza per visitare Pienza, Montepulciano, Bagno Vignoni, Montalcino, Monte Oliveto Maggiore, Radicofani e il capoluogo Siena.


L’arrivo a Sant’Anna in Camprena 
Sono molto legato alla provincia di Siena, e in particolare alla zona delle Crete Senesi, dai colori forti ma spettacolari. Colline verdi in primavera, gialle in estate, dato dal frumento che cresce vigoroso, e ocra in autunno, quando i campi sono arati e pronti per una nuova semina.
Con la mia inseparabile moto (rigorosamente un’Enduro), stavo percorrendo la strada che da San Quirico d’Orcia sale a Pienza, quella dove si ammira in lontananza la chiesetta della Vitaleta, presente su molte cartoline della Toscana.
Pochi chilometri prima di Pienza la mia attenzione fu attratta da un cartello turistico: San’Anna in Camprena…. Ma si… ora ricordo!
E' il luogo dove anni prima venne girato un famoso Film: Il Paziente Inglese con Juliette Binoche, forse la mia attrice preferita, con quel viso acqua e sapone.
Osservo il mio orologio, non è ancora ora di pranzo, quindi mi concedo una deviazione, mi piace seguire una piccola stradina.. vedere dove conduce… a volte mi sono pure trovato nei guai… come in Africa, ma questa è un’altra storia.
Una stradina asfaltata, con lievi saliscendi, mi porta in breve tempo al bivio per l’Agriturismo di Sant’Anna in Camprena, conosco questa strada, c’è il bivio per Cosona, una bella stradina ghiaiata, che corre sulle dolci colline delle Crete Senesi, che porta al paesino di Lucignano d’Asso.. una poesia!
Eccomi alla fine della stradina che sale a Sant’Anna in Camprena e in cima alla collina un filare di cipressi mi accompagna all’ingresso, ecco apparire il campanile della Chiesa e l’entrata dell’ex convento che assomiglia a un eremo fortificato.
Sopra la pesante porta di legno c’è il piombatoio.. chissà quali eventi sono successi qui in epoche lontane… Cavalieri erranti hanno chiesto ospitalità? Oppure Monaci sono giunti da luoghi lontani? Qui vicino passava la Via Francigena.



Parcheggiata la moto, apro il pesante portone di legno dell’ex Convento, a lato della Chiesa. Entro con la curiosità di un bambino… dopo il portone c’è un cancello di ferro battuto, poi alla mia sinistra si apre il chiostro racchiuso da muri perimetrali.
Mi aggiro incuriosito… è veramente un luogo molto bello! Oserei dire di pace e tranquillità.
Mi chiedo se c’è posto per i prossimi giorni… In breve faccio la conoscenza della persona che gestisce l’agriturismo, una donna solare di nome Ornella, oltre a consentirmi la visita all'intero complesso, mi da la disponibilità per una camera, siamo a Giugno, quindi la gran parte dei turisti deve ancora arrivare.
Chiedo alla titolare Ornella del perché questa struttura non fosse pubblicizzata sulle guide specializzate, mi rispose: La migliore pubblicità per noi è la gente che ne parla bene. Ovviamente se ci sono tornato tante volte, vuol dire che il luogo lo merita!

Viaggiare in moto come faccio io, è bellissimo, e si possono fare incontri che poi non dimentichi nel tempo. Al confronto dei miei viaggi fatti in Africa, queste le considero gite tranquille, ma in luoghi molto scenografici… Ricordate film quali Il Paziente Inglese? Oppure il Gladiatore? Bene… in parte sono stati ambientati in questi luoghi!

L’esterno della chiesa. 
La facciata della chiesa è di forme semplici, ma la sua altezza mi da l’idea di trovarmi di fronte ad un edificio religioso dalle dimensioni maggiori di quanto potrei aspettarmi. Un palco in pietra con relativa tettoia in tegole protegge l’accesso alla chiesa in caso di pioggia, questa tettoia è sormontata da un grande rosone in mattoni che ne illumina l’interno. Sopra il rosone ci sono due cornicioni in pietra che vanno a delimitare la forma superiore della chiesa. Il campanile è semplice ma s’inserisce armonicamente con il resto del complesso.

L’interno della chiesa.
La chiesa di S.Anna in Camprena fa parte di quello che un tempo era un Convento. Sebbene l’edificio religioso sia consacrato, non si svolgono più funzioni religiose come la messa domenicale, tranne rare eccezioni, la visita è consentita solo il sabato e la domenica.
Il complesso a croce latina è di grandi dimensioni, oltrepassato l’ingresso, nelle pareti laterali si osservano sei grandi quadri con relativa cornice di marmo o stucco, riportanti scritte in latino. Ai lati abbiamo pure sei confessionali di legno, segno che un tempo, la chiesa doveva essere molto frequentata dalle persone.
Un altro quadro si trova sopra la porta d’ingresso. In fondo alla chiesa c’è l’altare sormontato dalla Croce, precede un bel manufatto di legno su cui prendevano posto i Benedettini durante le funzioni religiose. Dietro l’altare ci sono gli unici affreschi presenti nella chiesa, e il relativo organo musicale, che un tempo accompagnava le funzioni religiose.
Ai lati dell’altare maggiore si aprono due cappelle con relativi altari, sormontati da quadri, quello di sinistra (osservando l’altare maggiore), raffigura due Monaci Benedettini che contemplano la Vergine Maria con in braccio il bambino Gesù. Alle spalle della Madonna c’è un’altra figura femminile che non saprei definire. Non conosco l’autore dell’opera, ma i Monaci dipinti mi ricordano le figure del Sodoma affrescati nel refettorio di questo complesso Benedettino, oppure gli affreschi di Monte Oliveto Maggiore, sempre in provincia di Siena.


Il grande quadro che sormonta l’altare è racchiuso idealmente da quattro colonne sormontate da una cornice con due statue di Angeli, al centro figure in rilievo. Sulla nostra destra, guardando l’altare maggiore c’è la seconda cappella con il relativo altare con un quadro più piccolo raffigurante (penso) un Santo e un ragazzo al suo fianco. Pure quest’opera è idealmente racchiusa da quattro colonne sormontate da due statue di angeli su un bel cornicione e al centro due statue in rilievo.
L’interno della chiesa è “illuminata” durante il giorno da tre rosoni e una finestra da cui entra la luce naturale.


L’entrata all’ex Convento   
La parte più antica di quello che era un Eremo fortificato, fu costruita tra il 1329 e il 1334; la piccola rampa di mattoni da accesso al portone d’entrata, sopra il medesimo c’è il piombatoio da cui venivano fatti cadere materiali bollenti e altro in caso d’assedio all’Eremo.
Il convento fu ricostruito a partire dal XVI secolo. Varcato il pesante portone di legno, troviamo la reception alla nostra destra, anch’essa ospitata in quello che doveva essere un antico ambiente. Un cancello in ferro battuto da l’accesso al chiosco interno ed al resto dell’ex Convento.


Il refettorio con gli affreschi del Sodoma
In un secondo refettorio, il Convento di Sant’Anna in Camprena racchiude i bellissimi affreschi di Giacomo Bazzi detto il Sodoma (sembra sia stato un allievo di Leonardo da Vinci, gli fu dato questo nome d’arte per i suoi arditi affreschi, considerato il periodo storico).
Da subito noto la somiglianza dei medesimi affreschi con quelli visti al convento Benedettino di Monte Oliveto Maggiore, sempre in provincia di Siena. Il Sodoma, operò nei chiostri di Monte Oliveto.
Durante la sua permanenza in questo grande convento, sembra che Giacomo Bazzi chiese ai monaci di non essere disturbato mentre affrescava le pareti di una stanza. I Monaci acconsentirono, ma quando le opere furono terminate e mostrate loro, si trovarono davanti a scene di donne nude danzanti.

 


Ovviamente visto il contesto, i religiosi, si arrabbiarono e Giacomo Bazzi divertito dalla scena, promise ai monaci che avrebbe dipinto costumi sui corpi nudi. Da questo episodio fu soprannominato il Sodoma.
A Sant’Anna in Camprena realizzò sei pregevoli affreschi tra il 1503 e il 1504, tra cui il “Miracolo dei pani e dei pesci” e scene della vita di S. Anna. Purtroppo i piccoli affreschi laterali che formano una cornice, sono andati in parte perduti, o vi rimane una piccola traccia.
Data l’importanza storica dei sei affreschi, questo locale è solo adibito alla visita dei turisti. Una cosa che m’incuriosisce della sala è la base dei muri perimetrali, edificati su delle rocce presenti nel luogo. Il refettorio è visitabile solamente in determinati orari, considerata l’importanza degli affreschi presenti. La sala un tempo era interamente affrescata, e sul lato che guarda il giardino,
vi sono tre ampie finestre, mentre il pavimento è in mattoni, quadrati a centro della sala e rettangolari ai lati.



Chi era il Sodoma (fonte Wikipedia)
Nato a Vercelli nel 1477
dal calzolaio Giacomo Bazzi e Angela da Bergamo, a soli tredici anni iniziò il suo praticantato, nella sua città, presso la bottega del pittore Giovanni Martino Spanzotti. Successivamente, nel 1498, si trasferì dapprima a Milano e quindi a Siena.
Nel
1501. Siena divenne la sua residenza più o meno stabile, ma fu operativo anche a Roma. La sua presenza nella città capitolina è documentata nel 1508, quando Papa Giulio II, gli commissionò le decorazioni del soffitto della Stanza della Segnatura in Vaticano.
Nell'affresco
La scuola di Atene, (1509-1511), il Sodoma stesso è forse raffigurato vicino a Raffaello. A Villa Farnesina a Roma, è conservato il suo capolavoro: un affresco con le Nozze di Alessandro e Rossane, dipinto per il banchiere senese Agostino Chigi. L'affresco è ispirato a un'opera greca perduta, un quadro del pittore Aezione (IV secolo a.C.), descritto nel II secolo dallo scrittore greco Luciano di Samosata. La figura artistica del Sodoma costituisce una sorta di ponte tra tardo rinascimento e manierismo; a Siena in particolare la sua importanza fu notevole nell'imprimere le linee generali al successivo manierismo senese.
(tratto da wikipedia).

Il Refettorio attuale 
E’ proprio il caso di scriverlo….questa mattina ho sentito le campane del paradiso! Se le campane della chiesa di Sant’Anna in Camprena, non avessero suonato alle 8,00 del mattino avrei saltato la colazione! L’appuntamento per tutti è nel refettorio al piano terra dell’ex Convento, qui si accede in una stanza rettangolare, vi si nota subito il grande camino (ora non più usato), sovrastato da una croce di ferro.
Sulla destra c’è un grande quadro raffigurante la pianta genealogica della famiglia Piccolomini, un suo esponente salì al soglio Pontificio di San Pietro a Roma. Lo stesso Papa Pio II (Silvio Piccolomini) trasformò il piccolo borgo di Corsignano, nella città ideale che tuttora ammiriamo con il nome di Pienza. Sul lato opposta al grande quadro, due ampie finestre guardano la val d’Orcia.
Sempre per il rispetto del luogo storico non ci sono condizionatori d’aria ma vi assicuro, le dimensioni dei muri e la posizione del complesso monastico sopra una collina, non la rendono necessaria! All’interno dell’ampio ambiente, ci sono due lunghi tavoli, in cui gli ospiti prendono posto per mangiare tutti assieme, fare la colazione, pranzo e cena. Oltre a questo ambiente c’è né un secondo (più piccolo) usato allo stesso modo, quando nell’agriturismo vi sono molti ospiti.

La cucina  
Una cosa unica, da vedere assolutamente se soggiornate a Sant’Anna in Camprena. Per visitarla dovete chiedere il permesso ai gestori, in epoche passate la cucina era usata dai Benedettini, recentemente è stata restaurata mantenendo l’aspettooriginale del tempo. Il locale è posto di fronte al refettorio (quello con gliaffreschi del Sodoma), entrando in cucina alla mia sinistra vedo una lunga stufa in pietra, sotto, tramite aperture si metteva la legna da bruciare, e sopra al piano in pietra le pentole dove cuocere i cibi.
A fianco della stufa mi colpisce il grande camino, in cui era messa la carne da arrostire. Il camino avrà una lunghezza di circa tre metri per due, nella stanza noto un tavolo quadrato e uno spazio chiuso (nell’angolo del locale) da una porticina, da qui si accedono alla cantina o dispensa.

Le cellette.
Di fronte a refettorio affrescato con le pregevoli opere del Sodoma, c’è una scala che conduce al piano superiore del Convento, nelle quali si trovano le cellette usate dai Benedettini, ora dai turisti.
Prima di giungere all’inizio dei lunghi corridoi, chiusi da un cancello di ferro battuto, c’è una bella immagine in rilievo (di color bianco) della Madonna col Bambino Gesù. Uno di questi corridoi arriva dopo pochi metri a una finestra, da qui si ha una bella veduta sulle crete senesi.
I due lunghi corridoi che si aprono davanti a me, oltrepassato il cancello di ferro, anno ai lati l’ingresso alle cellette, sono confortevoli, anche se mancano di un bagno interno (per questo c’è né uno di uso comune).
È stata una scelta per mantenere inalterata la struttura originale del Convento, sebbene ora sia un agriturismo, rimane di proprietà della parrocchia di Montepulciano. Le cellette sono numerate con i classici numeri romani.
Al termine di un lungo corridoio m’incuriosisce una porticina con sopra scritto “Rettore”, a destra invece si accede a un altro corridoio, più corto del precedente, con altre cellette a sinistra e una bella vista tramite finestre sulla destra, al chiostro interno sottostante.


Ritorno al cancello di ferro da cui sono entrato prima, ora anziché ridiscendere le scale, giro a sinistra e percorro un corridoio abbastanza lungo, almeno quanto il precedente. Sia a destra e a sinistra, ci sono altre cellette, visto il grande numero delle medesime, mi chiedo quanti Benedettini abitavano all’interno del Convento.
in questa parte della struttura religiosa non vi sono affreschi.
Le stanze sono in gran parte numerate, tranne alcune che sopra alla porticina è dipinta una croce con ramoscelli d’ulivo, da una parte si affacciano sul giardino, dall’atra parte sul chiostro interno. A fine corridoio una porta munita di vetrata, chiude l’ingresso a una piccola stanza a quella che doveva essere una cappella dove pregare. Lo deduco perché dentro il piccolo ambiente c’è un altare e panche di legno simili a quelle presenti in chiesa.
Da ciò che vedo, questa parte del Convento avrebbe bisogno di un restauro conservativo, ma questo non è di competenza dei gestori dell’agriturismo.
Notando questa cappella “segreta” per molti turisti che passano di qui, mi chiedo quanti altri locali siano inaccessibili. Pochi conoscono ad esempio la bellissima cucina in pietra che ha mantenuto l’aspetto originale, conservata ottimamente e a suo tempo usata dai Benedettini.
A Sant’Anna in Camprena sono  molte volte (non sempre da solo), ho soggiornato in varie parti dell’ex Convento, in ogni caso le cellette dal pavimento in mattoni, sono confortevoli pur mancando il bagno per le ragioni esposte in precedenza.

Il giardino 
Per descrivere il giardino del convento di S. Anna in Camprena voglio raccontarvi una scena di cui sono stato testimone: Vicino al muretto in pietra e sassi di questo romantico balcone sulla val d’Orcia, siedono due turisti stranieri, una coppia di ragazzi. Sul muretto sta una bella caraffa di vino rosso (Brunello di Montalcino o Rosso di Montepulciano), e tra una chiacchiera e l’altra fanno un brindisi, leggendo pure un libro. Questo episodio aiuta a descrivervi la tranquillità che ispira il luogo, accompagnato da un grande senso di romanticismo, ovviamente se non siete soli, qui non ci sono rumori di macchine ma solo il cinguettio degli uccellini.
S. Anna in Camprena fu costruita su un’altura, i colori al tramonto sono molto affascinanti, e di sera il cielo assomiglia a una bellissima coperta ricamata di stelle. In lontananza si vedono le luci di Montalcino, l’ultimo baluardo Senese allo strapotere dei Medici di Firenze.
In estate il giardino (sempre molto curato), è sede di corsi di pittura che si svolgono nell’antistante limonaia, locale dove sono riposte le piante di limone (nei mesi invernali) che ornano lo spazio verde. Al centro del parco c’è una vasca circolare coni l’acqua, dove sono a loro agio i numerosi pesci. Probabilmente in epoche passate questa era la pescheria dei Monaci, o la fonte per attingere l’acqua per il loro orto. Ritengo altresì che al posto dell’attuale giardino qui si coltivassero ortaggi, verdura ecc. necessari al sostentamento dei Benedettini.
Oltre il giardino, lasciandoci alle spalle l’antico edificio, c’è un cancello di ferro battuto, questo è l’ingresso secondario
del Convento. Mette in comunicazione il complesso Monastico con mini appartamenti, un tempo occupati dalle persone che erano al servizio dei Monaci. Dal giardino osservando le grandi mura del Convento, si capisce che questo complesso religioso ha origini molto antiche, la parte più datata fu edificata nel 1400, epoca di cavalieri erranti, pellegrini sulla via Francigena diretti a Roma ecc.
Come materiale da costruzione, s’impiegò prevalentemente la pietra, sicuramente presa sul luogo. Mattoni in cotto vennero usati con parsimonia, nella parte più antica del Convento. Dal giardino si vedono i boschi sottostanti, e in lontananza i campi coltivati a frumento nelle crete senesi, e sulle colline spunta un casale.
Se cercate un luogo con una piscina, non venite qua! I severi vincoli dei Beni Culturali ne vietano la costruzione,
e con giusta ragione, questo è un luogo storico che va assolutamente conservato il più possibile vicino all'originale in modo da mantenere inalterata la magica atmosferacome che vi si respira.


 

 

 

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