Il Surf è uno sport acquatico nato alle Hawaii, consiste nel cavalcare le alte onde rimanendo in equilibrio su di una tavola.
In quest’articolo conoscerai la sua storia, dove praticarlo, l'attrezzatura necessaria e i pericoli da non sottovalutare.

La storia del Surf

Il Surf in lingua Hawaiana si pronuncia “He'è nalu che significa “cavalcare le onde”. Grazie ad una tavola da Surf si cavalcano le onde planando sulle pareti d'acqua cercando di rimanere in piedi sulla tavola da Surf. Alcuni canti Hawaiani risalenti al 1400 dimostrano che già in taòle periodo si svolgevano delle competizioni di Surf. Per la costruzione della tavola da Surf si seguiva un preciso cerimoniale, una volta scelta la pianta da cui si sarebbe ricavata la tavola da Surf, era offerto alla terra un pesce in segno di gratitudine. Poi il tronco liberato dai rami era trasportato nel luogo dove erano riposte le canoe per essere intagliato onde ottenere la tavola da Surf. Gli attrezzi usati per la lavorazione erano costruiti in materiali quali la pietra e ossa di animali,
coralli e una speciale pietra chiamata “oahi” con cui la tavola era perfettamente levigata. La finitura era fatta spalmando la tavola con una
sostanza liquida ricavata da diverse piante, anche usate per impermeabilizzare le canoe.
Prima dell'arrivo dei Missionari, alle Hawaii si svolgeva annualmente una grande festa chiamata Makahiki della durata di ben tre mesi
(periodo invernale) in concomitanza dell'arrivo delle grandi onde. In questo periodo ogni attività lavorativa era sospesa per lasciare
posto alle feste, balli, e gare di Surf. Con la soppressione della festa Mahahiki si ebbe un declino del Surf durato
fino alla fine del 1800 inizio 1900, quando questo sport tornò in auge.
La prima fonte storica inerente al Surf, c’è fornita dal diario di bordo del Capitano Cook (navigatore),
che fu lo scopritore delle isole Hawaii. Nel suo diario il Capitano descrisse di come i Polinesiani
sopra rudimentali tavole da Surf in legno, cavalcassero le onde ricevendone un grande piacere.

In seguito questa disciplina “sportiva” fu abolita dai Missionari Calvinisti che arrivarono
alle Hawaii, la ragione era dovuta al fatto che i Polinesiani praticavano il Surf privi
di qualsiasi indumento. Solo alla fine dell'ottocento e inizio del novecento, ci fu un ritorno
d'interesse verso il Surf. Persino lo scrittore Jack London durante il soggiorno alle Hawaii scrisse nei suoi libri del Surf.

Se dalle Hawaii questo sport si espanse in tutto il Mondo, il merito si deve a un campione di nuoto locale: Duke Kahanamoku durante
i suoi viaggi negli Stati Uniti per partecipare alle gare di nuoto, diffuse il Surf su tutta la costa Americana.
La grande diffusione di questa disciplina si ebbe negli anni 60 – 70 con l'impiego di grandi tavole da Surf, quelle attuali di dimensioni
minori, permette rispetto al passato maggiori velocità ed evoluzioni più spettacolari.
Anche il cinema contribuì alla diffusione planetaria del Surf, in particolar modo grazie alla pellicola “Un mercoledì da Leoni”,
con le avventure di Matt, Jack e Leroy. Oppure “Blue Hawaii” con Elvis Presley.  A Tom Blake si deve l'innovazione della tavola da Surf vuota a
l suo interno e l'aggiunta di una pinna nella parte sottostante la tavola, permettendo alla medesima di variare
la direzione e fare curve più strette.
La prima gara Internazionale di Surf, ebbe luogo a Makama nel 1956 e fu vinta da Robbit Kekai con una
tavola realizzata in balsa e dotata di monopinna. Nel 1960 nasce la prima rivista specializzata dedicata al Surf
chiamato “Surfing Magazine”. Ora il Surf è praticato in oltre 500 paesi del Mondo.

                                                                                                                                               

 

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I Pericoli

I pericoli maggiori per chi pratica il Surf, derivano dall'annegamento, dalla fauna marina e dai fondali del luogo in cui è praticato. La regola principale per non incorrere in pericoli nel praticare il Surf, è di non sottovalutare i rischi che si possono presentare in mare. Anche se per praticare con soddisfazione, il Surf sono necessarie le onde, evitare di andare in mare se questo è troppo “agitato”.
Non andare mai da soli
, aver ben presente quali sono le proprie capacità fisiche. Anche un controllo preliminare alla tavola da impiegare, riduce il rischio che la medesima si spezzi in mare lasciando il surfista senza un punto di appoggio (galleggiamento), in balia delle onde.
Suggerisco anche di informarsi presso gente del luogo sulle correnti marine
della zona,
e chiedere i punti in cui la corrente può essere maggiormente
pericolosa. L'ideale sarebbe di andare in mare con guide locali di
Surf che ben conoscono le condizioni ambientali della zona.
Percoli dalla fauna marina: chi pratica il Surf negli Oceani può
essere soggetto ad attacchi di squali, che fortunatamente
solo in casi rari sono stati letali per l'uomo, poi sempre in
questi mari ci sono Meduse più pericolose rispetto ai
nostri mari. Nel Mediterraneo il pericolo derivante dagli
squali è inconsistente, ma non per questo mancano i
pericoli derivanti dalla fauna marina.
Meduse e Razze sono i pericoli maggiori nel “nostro”
mare, ma vi sono anche altre specie con pungiglioni
in grado di iniettare tossine nell'organismo del surfista.
La tavola: il pericolo maggiore derivante dalla tavola
da Surf, consiste nei colpi che si possono ricevere
dalla medesima, anche scontrandosi con altri surfisti.

Rispetto al passato i materiali impiegati nella costruzione
delle tavole, sono meno pesanti e questo ha determinato
una riduzione degli infortuni.
Il fondale marino: Anche il fondale può essere mutevole con
gli spostamenti dei banchi, ma la pericolosità è data dalle barriere
coralline ove presenti, e dalle rocce affioranti contro le quali i surfisti
possono impattare. Preventivamente suggerisco un sopralluogo per
verificare la morfologia dei fondali ed evitare di praticare Surf con onde troppo grandi e fondali bassi.

Dove praticarlo in Italia

La nostra penisola presenta migliaia di bellissime coste, dove si può praticare il Surf. In Sardegna partendo dal sud dell'isola, abbiamo la zona di mare di fronte alla spiaggia del Poetto, si trova a Cagliari. Qui soffiano costantemente venti orientali e sudorientali.
Spostandoci sulla costa sud occidentale troviamo la spiaggia di Buggerru, qui in primavera o autunno si possono “cavalcare” delle alte onde. Nelle vicinanze di Oristano abbiamo le spiagge di Capo Mannu e Funtana Meiga. Nel nord della Sardegna e nelle vicinanze dell'arcipelago della Maddalena, c'è Porto Pollo vicino a Palau.
In Liguria
si può praticare il Surf nel mare antistante Levanto e Varazze.In Toscana la zona più indicata è a Talamone in provincia di Grosseto.
Scendendo a sud attraverso la nostra penisola troviamo le spiagge di Ostia e Fregene nel Lazio.In Sicilia c'è Santa Teresa di Riva, dove spesso soffia il vento Grecale. In Puglia il luogo più indicato per praticare il Surf si trova a Otranto. Sicuramente ci sono tante altre località, dove praticare questo sport, ma ho limitato l'elenco (vedi sopra), solo alle località più frequentate dai Surfisti.

L'abbigliamento per il Surf

 

Dipende il luogo, dove è praticato, dalla stagione oppure la temperatura dell'acqua. Nella stagione fredda si usa una muta di adeguato spessore. Queste possono avere con chiusura anteriore o posteriore, in un clima particolarmente freddo, sotto la muta si può indossare una maglietta in tessuto sintetico. In estate si può usare un paio di pantaloncini corti e maglietta (tessuto sintetico) a maniche corte. I calcari sono indicati in caso di climi freddi oppure alla presenza di fondali bassi con la presenza di ricci di mare.

Surf e Wind Surf:
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