La  speleologia non è solo fatta di esplorazioni in grotta, esiste un vasto numero di praticanti che compie ricerche nel  sottosuolo dei centri storici, dalle città  ai piccoli borghi della nostra Penisola. La  definiscono speleologia urbana.  In quest’articolo  leggerai della scoperta di Narni sotterranea, e della possibilità  di visitare quest’ambiente fatto di stanze segrete  e cunicoli.
               Fu un gruppo di speleologi locali  (Narni) a scoprire in modo fortunoso gli affreschi di una chiesetta rupestre (in  seguito è stata nuovamente consacrata) sotto  la chiesa di Santa Maria  Maggiore, ma a Narni la chiamano tutti di San Domenico.
Fu un gruppo di speleologi locali  (Narni) a scoprire in modo fortunoso gli affreschi di una chiesetta rupestre (in  seguito è stata nuovamente consacrata) sotto  la chiesa di Santa Maria  Maggiore, ma a Narni la chiamano tutti di San Domenico. 
                Quello di Narni, come di Orvieto o Amelia è la  dimostrazione che il sottosuolo Umbro non è fatto solo di cavità naturali, ma anche di ambienti ipogei,  usati prima dagli Etruschi  e poi in epoca medioevale.
  
  Era il maggio del 1979 quando  un gruppo di Speleologi alle prime armi, riuscì a penetrare in  un ambiente in cui tra polvere e macerie si potevano intravedere i resti di un affresco. In parte era ricoperto  da più strati di calce, rimossi in seguito con la massima cura, sino a rendere visibili le pitture  sottostanti, opera di artisti Umbri che vi lavorarono nel periodo medioevale. 
                Un  Cristo sanguinante, un ritratto di San Michele Arcangelo e simboli degli Evangelisti,  tornarono alla luce. 
  
                In epoche passate questo luogo, era stato un Convento di frati Domenicani. Attraverso  un piccolo buco nascosto da  macerie e sterpaglie e con estrema, cautela per evitare i possibili  crolli di ambienti rimasti chiusi per centinaia d’anni, a poco alla volta si è  potuta esplorare una serie di cunicoli,  ambienti, cisterne d’acqua e ciò che restava della piccola Chiesa di  Sant’Angelo, per arrivare a una stanza piena di graffiti.
macerie e sterpaglie e con estrema, cautela per evitare i possibili  crolli di ambienti rimasti chiusi per centinaia d’anni, a poco alla volta si è  potuta esplorare una serie di cunicoli,  ambienti, cisterne d’acqua e ciò che restava della piccola Chiesa di  Sant’Angelo, per arrivare a una stanza piena di graffiti. 
                Qui in bella evidenza  si poteva leggere la scritta “S.  Ofizio”.  La spiegazione  era semplice gli speleologi locali si trovavano in quella che era stata una prigione del tribunale della Santa Inquisizione, con una camera della tortura  e una piccola prigione antistante. 
                Mentre i vari  ambienti furono restaurati, per essere visitabili dai turisti dal 1996, dieci  anni più tardi e dopo molte ricerche in archivi, anche in Vaticano, il mistero  della cella e dei suoi graffiti furono svelati. 
                
                Parte dei graffiti furono  realizzati nel 1759  da un certo Giuseppe  Andrea Bombardini, guardia dell’inquisizione che qui fu rinchiuso per aver  agevolato la fuga   di un suo  commilitone, non avendo carta e penna per trascrivere le pene subite, lasciò sui  muri della piccola cella sotterranea i graffiti arrivati fino ai giorni  nostri.
                I suoi graffiti presentano la particolarità che la lettera "d" a inizio  di ogni parola fu sostituita con la lettera f, forse per esprimere il suo odio  verso i Domenicani suoi carcerieri. 
                Nella navata di Santa Maria Maggiore, fu trovato un  pregevole mosaico di epoca Bizantina e in  tempi recenti, sotto la menzionata chiesa, si è appurato anche  l’esistenza di un cimitero. 
  
                Nel sottosuolo di Narni esiste inoltre, un’ampia rete di gallerie e   cisterne che servivano per l’approvvigionamento idrico della antica città di Narni. Sotto Piazza  Giuseppe Garibaldi, c’è una grande cisterna e qui arrivava l’acquedotto Romano  della Formia. 
                Questa grande opera idraulica fu costruita probabilmente durante  l’impero di Tiberio nel 27 d.C. il suo percorso sotterraneo segue  il profilo delle colline per circa 13 km, per  scavalcare alcune piccole vallate furono realizzati ponti ad arco. 
  
  L’associazione “Narni Sotterranea” non  solo garantisce la visita sotto gli ambienti della chiesa di San Domenico, ma  per i più “sportivi” propone la visita di un tratto sotterraneo  dell’acquedotto della Formia, ovviamente l’abbigliamento deve essere adeguato  all’escursionei.
              Per maggiori informazioni vi segnalo questo  sito internet: www.narnisotterranea.it
              
              
                
                    
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