Parkour
 
 
 
 
 

Parkour

Il Parkour è definito l’arte dello spostamento, in francese “art du dèplacement”. E' un'arte che va praticata con estrema cautela, non facendo cose azzardate o superiori alle proprie possibilità e sopratutto non andare mai da soli.

In passato ci sono stati incidenti mortali anche nel nostro paese, per cui non mi stanco di scrivere che ci vuole molta prudenza! Detto questo, passo ora a illustrarvi in cosa consiste il Parkour o art du dèplacement.
L'obiettivo principale è quello di acquisire la padronanza del proprio corpo e della mente. Superare gli ostacoli di ogni tipo che si possono trovare facendo leva sulle proprie doti atletiche, ai riflessi ed equilibrio. 
Si può pianificare un itinerario urbano, in una città ad esempio, tipo da un punto A al punto B in modo fluido, e senza l'ausilio di funi o altre attrezzature alpinistiche. Non tutti sanno che nel caso del Survaival pure il Parkour è una disciplina impiegata nell'addestramento militare, almeno così fu all'inizio.
Ispiratore di questo era un militare Francese di nome Geoges Hèbert, che ne teorizzò l'allenamento alla fine dell'ottocento. Questa disciplina diventò uno sport all'inizio del 1980, sempre in Francia. Inizialmente per definire il Parkour erano usati termini diversi come l'art du dèplacement (tradotto, vuol dire arte dello spostamento) e le parcours (il percorso).
Una cosa importante che bisogna tenere a mente è che il Parkour non è una gara in cui fare il salto più impegnativo o bello. 

Questa disciplina si diffuse inizialmente col passaparola, fino a quando i media non cominciarono a scrivere e mostrare immagini di cosa riuscivano a fare queste persone, solo con l'ausilio del proprio corpo. Oltre ai documentari, è stata internet a decretarne la diffusione in tutto il Mondo.
Per i giovani Francesi che lo praticavano, rappresentava una forma di “ribellione” o “disillusione” verso  il mondo che li circondava, il praticare questa disciplina dava loro una sensazione di libertà, un modo per sfogare la propria rabbia interiore.
A detta di chi lo pratica, il Parkour da fiducia in se stessi e può essere praticato a qualsiasi età, tenendo presente quali sono le proprie condizioni fisiche, senza fare cose stupide.
Il Parkour consiste solamente in un percorso da fare  a piedi e senza competizione con gli altri partecipanti. Chi si dedica al Parkour è definito anche “traceurs”, che significa tracciatori di percorsi urbani, in cui trovandosi di fronte ai medesimi, decide di superarli in modo creativo, con gesti atletici non indifferenti. Purtroppo alcuni spot pubblicitari anno dato un'immagine sbagliata di questa disciplina.

In Italia il Parkour è arrivato solo nel 2005 grazie a internet, il metodo di allenamento consiste di cominciare lentamente con le cose più semplici, per poi migliorare le doti atletiche individuali. L’ideale sarebbe di cominciare ad allenarsi su superfici dove l’impatto col suolo sia meno traumatico per il nostro corpo, vedi il parquet di una palestra. 
Purtroppo l'errore che fanno i principianti è di sentirsi sicuri dopo poco tempo, senza “ascoltare” il proprio corpo. In ogni caso l'allenamento è composto di due elementi:il potenziamento fisico fatto in palestra e la pratica svolta su tracciati. Inizialmente bisogna allenarsi molto su ostacoli bassi per imparare la tecnica, riuscire a calibrare l’energia indispensabile per il salto.

Sebbene vi siano alcuni professionisti che si sono dedicati a tempo pieno al Parkour, difficilmente si può vivere facendone della menzionata disciplina un lavoro. In tempi recenti alcune persone che praticano questo sport da professionisti, anno fatto la comparsa in diverse pellicole cinematografiche, alcuni di essi hanno aperto scuole che insegnano l’arte del Parkour, ma tutto ciò non permette di vivere solo di questa disciplina, almeno per il momento.

A costo di essere ripetitivo suggerisco di non andare mai da soli e avere sempre la massima prudenza,!