LA PARIS DAKAR

 

In quest’articolo leggerai delle edizioni più significative della mitica Paris Dakar  “Africana”, dei successi Italiani e tanto altro ancora.


La Parigi – Dakar è una corsa che nonostante le innumerevoli vicissitudini, lutti e cambi di continente dove si svolge, a mantenuto un suo fascino, è l'avventura per eccellenza! Fu ideata da Thierry Sabine che durante il raid Abidjn – Nizza si perse con la moto nel deserto Libico.
Di ritorno dall'Africa decise di creare un raid che potesse “regalare” a gente comune amante dell'avventura grandi emozioni, paesaggi indimenticabili ecc.
Thierry Sabine immagina un percorso che partendo da Parigi arrivi a Dakar dopo aver attraversato diversi paesi Africani con i suoi immensi deserti.
Il credo di Sabine è: Una sfida per quanti partecipano e un sogno per quanti stanno a guardare.

All'epoca il deserto del Sahara era considerato alla stregua di qualsiasi altro posto della terra, non esistevano agenzie viaggi che accompagnavano turisti nel deserto come avviene ai giorni nostri. Se chiedete a un Tuareg il significato della parola “tènerè”, questi ruotando il braccio in modo circolare v’indicherà il nulla e la sua grande vastità, questo è un deserto che a sempre affascinato quanti l’anno attraversato. Non è un caso che Sabine scelse questi luoghi per la sua corsa.
L'Algeria con le sue pietraie, le catene montuose dell'Asseckerm sovrastano la mitica Tamarrasset (in questi luoghi vi sono importanti pitture rupestre sulla roccia, un museo a cielo aperto). Poi il Niger, un oceano di sabbia con alte dune nei pressi di Bilma, il fascino di Agadez antico “porto” carovaniero. In secessione il Mali e la Mauritania, per arrivare come un viandante che si è perso, al mare antistante Dakar.

Il 26 dicembre 1979 parte dalla Place de Trocadero la prima edizione della Parigi - Dakar con 170 concorrenti che dopo aver percorso 10,000 km arriva a Dakar, la corsa è un successo! Il primo vincitore è Cyril Neveu su Yamaha.(a sinistra)
Nella prima edizione vi era una sola categoria per moto e macchine, i camion arrivarono in seguito. La prima auto una Range Rover arrivò quarta dietro a tre moto.

Sabine a ogni partenza di tappa era solito radunare i concorrenti alle 6,00 del mattino per il Briefing, raccomandava sempre di portare con sé 5 litri d'acqua, di non accendere dalla prima sera i razzi segnaletici in caso di guasto della moto, oppure perché ci si perdeva nel deserto.
La raccomandazione più importante era quella di non attraversare i villaggi incontrati a folle velocità, purtroppo nella storia della corsa ci sono anche state vittime civili. Il grande successo mediatico arriva nell'edizione del 1982 quando vi partecipa anche Marck Thatcher figlio dell'allora primo ministro Inglese Margaret Thatcher. Il pilota si perde per tre giorni nel deserto, evocando quanto a suo tempo successe a Sabine. I media di tutto il mondo ne parlano diffusamente, da questo momento è un crescendo d’interesse verso la corsa.

La Parigi –Dakar cresce di popolarità e partecipanti, arrivano le squadre ufficiali di moto e auto, ma la vera anima della corsa rimangono i piloti privati che con molti sacrifici partecipano alla corsa.
Siamo al 1986, e la Parigi – Dakar, funestata negli anni da diversi incidenti anche mortali, perde il suo ideatore, Thierry Sabine è in volo con l'elicottero per prestare soccorso ad alcuni piloti in difficoltà, forse a causa di una tempesta di sabbia, l'elicottero precipita non lasciando scampo ai sui occupanti. Come da sue volontà, le ceneri di Sabine sono sparse sotto l'albero del Tènerè in Niger.

Negli anni seguenti sono da segnalare le vittorie degli Italiani Orioli (a sinistra) e Meoni (quest'ultimo tragicamente scomparso nel corso di una Dakar), entrambi in sella a moto.
A tutti i partecipanti, la Parigi – Dakar ha sempre saputo regalare grandi emozioni derivanti dall’ambiente in cui si è corsa, il deserto con i suoi ampi spazi, oppure i cieli notturni stellati.
Purtroppo l'edizione 2008 della mitica corsa è stata annullata in seguito alla minaccia di attentati, per cui la Dakar dal 2009 si svolge in Argentina e Cile, a questo punto non sarà più la stessa cosa come correre nel deserto Africano!
Io non ho mai partecipato alla Parigi – Dakar ma con la moto ho fatto quattro viaggi in Africa perdendomi durante il primo viaggio fatto nel deserto Tunisino per prestare soccorso a un compagno in difficoltà.

Breve descrizione delle edizioni più significative:
1978

La prima edizione della Parigi – Dakar prende il via nel 1978, nelle immediate vicinanze da Parigi. I concorrenti con un lungo trasferimento raggiungono Marsiglia luogo d'imbarco per l'Africa.
C'è molto entusiasmo ma sono pochi a sapere delle difficoltà che incontreranno nei giorni seguenti. Lo sbarco della carovana avviene ad Algeri, da qui attraversano tutta l'Algeria, entrano in Niger, affrontando tempeste di sabbia, percorrendo piste appena accennate, poi il Mali e Senegal dove finisce la corsa sulle rive dell'oceano Atlantico antistante Dakar.

Da ricordare che nelle prime edizione della Parigi – Dakar si anno classifiche unite tra auto e moto (per ora i camion non sono ammessi). Dopo quindici giorni d’incredibili avventure e 8500 km percorsi in zone desertiche, è vincitore il francese Cyril Nevue sulla Yamaha XT500 (a sinistra) una delle prime vere moto da enduro.
É seguito da altri motociclisti, la prima auto arriverà quarta, si tratta di una Range Rover. Il bilancio della corsa alla sua prima edizione è di 66 classificati al traguardo su 180 che erano partiti da Parigi. In ventidue motociclisti rimangono fratturati nelle cadute avute nel corso della gara.

Una curiosità: a questa prima Dakar partecipano anche cinque moto Guzzi preparate appositamente per la gara dall'importatore francese della casa di Mandello. Al traguardo ne arriverà solamente una in 48° posizione.

1980

Siamo alla seconda edizione della corsa, le grandi case di moto e auto fiutano le potenzialitàd’immagine e commercialeche la Parigi – Dakar può dare. Intervengono case costruttrici quali la Yamaha (vincitrice della 1° edizione), poi BMW, Volkswagen.
Cyril Neuveu vince nuovamente la gara nella categoria moto, tra le auto s’impone Freddy Kotulinssky e Luffelman.
Non mancano i nostalgici. Al via si presentano diverse Vespe iscritte da Piot.

Il rally comincia ad assumere una propria fisionomia ben definita, vi partecipano i primi Camion. La maggior parte dei partecipanti sono semplici appassionati senza mezzi assistenza al seguito. I media ancora non danno risalto alla gara.

1981

La Dakar di questa edizione parte tra un grande entusiasmo, le operazioni preliminari e d’imbarco diventano uno spettacolo imperdibile per il grande pubblico intervenuto. La Parigi – Dakar non è solo avventura ma anche passione, e una grande corsa per parteciparvi.
Dai primi mezzi derivati da quelli di serie, ora si presentano al via fuoristrada 4x4, moto con sidecar, buggy, le moto dal serbatoio capiente e giusto per dare un po’ di “colore” a questa edizione una Roll Royce, pilotata dal francese Thierry de Montcorgè.
Tra gli illustri partecipanti vorrei segnalare il pilota Jacky Ickx su di una Citroen CX.

Thierry Sabine diventa un punto di riferimento per tutti i partecipanti grazie all'indiscusso carisma che emana. Questa edizione è vinta dal francese Hubert Auriol (a sinistra) che diventerà in seguito un grande campione di questa specialità del fuoristrada.  Curiosamente Auriol, smesso i “panni” di pilota, diventerà direttore della gara per alcune edizioni. Da questo momento la Paris – Dakar è già una leggenda dopo poche edizioni.

1982

Questo è l'anno della grande visibilità mediatica della Parigi – Dakar. La corsa attrae personaggi del mondo dello spettacolo, sportivi e famosi ecc. Vi partecipa anche Marck Thatcher figlio dell'allora primo ministro Inglese Margaret Thatcher.
Nel corso della gara Marck si perde nel Sahara, vagando per tre giorni nel deserto, “emulando” quanto aveva fatto anni prima Sabine. La vicenda ebbe un grande risalto sui media di allora, ne parlarono televisioni e giornali di tutto il mondo.

1983

Per la prima volta la gara attraversa il mitico deserto del Tènerè, dove un tempo si ergeva  un albero considerato il più isolato al mondo, la pianta fu abbattuta da un camionista Libico ubriaco. Ora al suo posto ora si trova un palo che ne ricorda l'esistenza. Il Tènerè non è solo un luogo “mistico” per gli amanti del deserto, è anche insidie e condizioni estreme.
Durante l'attraversamento, quaranta piloti
rimangono coinvolti in una tempesta di sabbia e si perdono, l'impossibilità per gli elicotteri di alzarsi in volo, rende le ricerche problematiche. Fortunatamente le guide che ben conoscono il Tènerè traggono in salvo i dispersi, coadiuvate dall'esercito del Niger.
Nonostante questo Sabine prende una decisione: ripartire nonostante tutto da Agadez, la gara deve continuare Questo episodio rafforza il mito della Parigi – Dakar. Guardando tra gli elenchi dei partecipanti ci si accorge della presenza dei primi professionisti, come il campione di motocross Gaston Rahier.

1986 Muore Sabine

La Parigi – Dakar è ormai una “leggenda”, in questa edizione il pescoso è di ben 15,000 km, a prima vista il percorso si presenta molto ostico. In Algeria si torna sull'Assekrem, le montagne che sovrastano Tamanrasset. Poi in Niger dove li attende il temibile deserto del Tènerè, da superare sono un cordone di 75 alte dune, comprese tra Bilma e Agadez. Quindi la Mauritania con la nuova tappa fino all'oasi di Chinguetti. In questa edizione abbiamo lo squadrone Porsche con il pilota Ickx. Tra le moto i favoriti sono le Honda, Yamaha e BMW con Rahier. Questa edizione è anche funestata da diversi lutti come lo sarà negli anni seguenti.
Thierry Sabine
colui che l'aveva ideata, muore vittima di un incidente in elicottero mentre cerca di prestare soccorso ai concorrenti in difficoltà, al confine col Niger. É uno shock per tutti, le ceneri di Sabine vengono disperse sotto l'albero del Tènerè come da sua volontà. Il “braccio destro” di Sabine, Patrick Verdoy prende il controllo della corsa e la fa continuare.
Ma è annullata la tappa all'oasi di Chinguetti perché il solo a conoscere la pista era lo stesso Sabine.  A pochi chilometri da Dakar un colpo di scena incredibile! Auriol (Cagiva) in testa alla corsa e avviato alla vittoria cade fratturandosi entrambe le caviglie. Stoicamente raggiunge il traguardo ma la vittoria va a Nevue per le moto (Honda) e Metge con le auto (Porsche).

1988

In questa edizione si presentano al via ben 600 concorrenti, record assoluto fino ad ora per la Parigi – Dakar. La corsa festeggia i suoi primi dieci anni di vita, ma sarà funestata da gravi incidenti. Nella tappa di El Oued vi sono numerosi ritiri, e qui è rubata l'auto (Pegeut) di ari Vatanen, fino a quel momento in testa alla gara. La Dakar di quest'anno, sarà vinta per la prima volta da un Italiano! Nella categoria moto è Edi Orioli su Honda NXR a imporsi al termine di una gara avvincente. Nella categoria auto la vittoria va alla Peugeut pilotata da Kankkunen in coppia con /Pironenen


                       1990

La Paris – Dakar torna ad attraversare la Libia, al via si presentano 465 concorrenti. In Libia Stephane Peterhansel dichiara in un’intervista: Il deserto di notte incute sempre timore. Non senti assolutamente nulla, è il vuoto più assoluto. Fuori gioco il team Mtsubishi (auto), vincerà questa edizione della Dakar la Peugeut alla sua ultima partecipazione alla gara, é dalle moto che per noi Italiani arriva una grande soddisfazione. Orioli su Cagiva porta alla vittoria per la prima volta la casa dell'elefantino.

1992

Gilbert Sabine, ora direttore della corsa cambia radicalmente il rally. Non più arrivo a Dakar ma a Le Cap! ovvero il punto più estremo a sud dell'Africa. I concorrenti dovranno attraversare tutto il continente Africano. Ora l'elettronica entra in modo “decisivo” nella competizione, i piloti hanno il sistema di navigazione satellitare “GPS”. L'idea è avvincente ma l'Africa è da sempre alle prese con conflitti etnici ecc. Il Tchad è in guerra, tempeste di sabbia e inondazioni in Namibia fanno il resto.. Hubert Auriol vince nella categoria auto e Stèphane Peterhansel nelle moto su Yamaha. Purtroppo non mancano i lutti... perde la vita un grande campione: Gilles Lalay

1994

Gilbert Sabine (padre di Sabine) non è più il direttore della competizione. Il percorso ideato da Fenouil si presenta molto impegnativo, ma è la Cagiva (moto) a cogliere una fantastica doppietta! Vince Orioli davanti ad Arcarons, ma tutto il team da il suo apporto vincendo 15 delle 18 tappe in programma. Tra le auto vince Pierre Lartigue su Citroen.

1996

Per la quarta volta nella categoria moto, vince un Italiano, Edi Orioli su Yamaha. Grazie alla sua esperienza come “navigatore” fa una gara quasi perfetta.

                                                  1998 - La Dakar compie 20 anni!

Sono trascorsi 20 anni da quando Il 26 dicembre 1978 Thierry Sabine da il via dalla capitale Francese alla Parigi – Dakar. Purtroppo il suoideatore è moto in un incidente in elicottero durante lo svolgimento del rally. I lutti sono stati molti..
Questa edizione della Dakar parte da Versailles, attraversa la Spagna per arrivare a Dakar. Purtroppo per condizioni di sicurezza in Algeria non permettono più l'attraversamento del paese, con i suoi bellissimi paesaggi, spazi infiniti ecc.
L'edizione di quest'anno riprende la filosofia delle prime edizione della Dakar. I vincitori saranno Jean – Pierre Fontenay tra le auto e Stèphane Peterhansel nelle moto. (A destra nella foto)

    2001 - Nelle moto vince Fabrizio Meoni.

In questa edizione della corsa sono stati apportati alcuni cambiamenti, come la riduzione dell'assistenzaaerea con i meccanici al seguito delle squadre più importanti. Per la prima volta nella storia del Rally nella categoria “auto” vince una donna, la tedesca Jutta Kleinschmidt su Mitsubishi.
Nella categoria moto Fabrizio Meoni s’impone su KTM, è il secondo pilota Italiano a vincere la Dakar dopo Edi Orioli.

2005

Questa edizione della Dakar partita da Barcellona, è funestata dalla scomparsa di un grande campione Italiano, Fabrizio Meoni. La mattina dell'undici gennaio cadde rovinosamente con la sua KTM, nel corso dell'undicesima tappa partita da Atar in Mauritania.
Purtroppo non sono serviti a nulla i soccorsi a lui prestati. Meoni aveva 47 anni e la Dakar l'aveva vinta per due volte, nel 2001 e 2002. Nel suo palmares anche cinque Rally d'Egitto e quattro Rally di Tunisia.
Lo sport motoristico ha perso un grande campione!

2008 - La Dakar è annullata

Nella pur travagliata storia della Parigi – Dakar, non era mai capitato che la corsa fosse annullata! È successo nell'edizione del “trentennale” a causa di minacce ricevute da Al Quaida. Da qualche tempo i servizi segreti Francesi, avevano ricevuto segnalazioni di possibili attentati lungo il percorso di gara che avrebbe dovuto attraversare paesi islamici.

2009 - La Dakar cambia continente.

La Dakar dopo l'annullamento dell'edizione 2008, si ripresenta in Sudamerica, lontano da possibili minacce da parte di Al Quaida. Argentina e Cile sono i paesi attraversati. Anche se mancano i deserti Africani, il percorso non è meno impegnativo, dal deserto dell'Atacama alla catena montuosa delle Ande.

  

 

La Cagiva

In Africa si è “battuta” contro i colossi del motociclismo: Honda e Yamaha in primis. Negli anni compresi tra il 1985 e il 1998 le moto “dell'elefantino” prodotte a Schiranna (Varese) sono state le protagoniste assolute dei Rally Africani. 
Per due volte (1990 e 1994) con Edi Orioli, la Cagiva ha vinto la Dakar.
Sicuramente l'anno migliore è stato il 1994 con la storica doppietta: vittoria a Orioli e secondo posto ad Arcaros, della squadra facevano parte anche Ciro De Petri, Gallardo, Mas e Wagner.
La Cagiva vinse 15 tappe su 18, ha pure ottenuto molti podi e vittorie di tappa. In quasi tutte le edizioni della Parigi – Dakar alla quale ha partecipato, la Cagiva ha vinto delle tappe di gara, per lei anno corso anche Terruzzi, il compianto Marinoni, lo spagnolo Sotelo e l'americano Denny La Porte.
Molti privati utilizzarono le “Elefant” negli anni successivi al ritiro ufficiale della Cagiva dalla Parigi – Dakar.


Si parla della Paris Dakar anche nella sezione "Grandi Avventure" Quì

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