Cliff Diving

Il Cliff Diving consiste nel tuffarsi in mare da alte scogliere, uno sport “estremo” nato alle Hawaii, su cui “aleggia” un alone di leggenda.
Ora è praticato in diverse parti del mondo, ed è nato un apposito campionato.

Il Cliff Diving è uno sport “estremo” che consiste nel lanciarsi in mare da alte scogliere.
Solitamente, un tuffo da un’altezza di 26 metri, dura tre secondi, ma si raggiunge la velocità di 100 km/h.
Nonostante l’attrito entrando in acqua, serve circa 4 metri di profondità per fermarsi.

Un impatto notevole, nove volte più duro rispetto ai “normali” tuffi Olimpici da 10 metri. Questo sport “estremo” è nato alle Hawaii.
Fu l’ultimo sovrano dell’isola di Maui (arcipelago delle Hawaii) a “inventare” questa disciplina sul finire del 1770.

Il re dell’isola era conosciuto per la “pratica” del Lele Kawa, ovvero il tuffarsi da alte scogliere, e obbligava i guerrieri a compiere questi tuffi, come rito d’iniziazione.
La mitologia del Cliff Diving riguarda anche il Messico. Nella città di Acapulco, dove i cacciatori di perle si tuffavano in mare dalle alte scogliere di La Quebrada a strapiombo sul Pacifico.

Adesso è uno sport.

Recentemente il Cliff Diving è diventato uno sport vero e proprio. Il più importante campionato è il Red Bull Cliff Diving.
I concorrenti si tuffano da alte scogliere di 26 metri in diverse località Europee.

 

Le regole.
Ogni tuffo ha un diverso grado di difficoltà, misurato da un coefficiente variabile stabilito dall’Higt Diving Alliance
tenendo conto del numero di salti mortali e avvitamenti. Prima di tuffarsi dalle alte scogliere, i concorrenti consegnano una
lista con tre tipi di tuffi che intendono eseguire. Due sono a scelta e uno obbligatorio. In base al coefficiente di difficoltà,
ogni prova è valutata dai giuduci,
che assegnano un voto da zero a dieci. Chi totalizza il punteggio più alto, vince.
Questione di stile.

L’atleta nei tre secondi che lo separano dall’entrata in acqua deve compiere alcune acrobazie,
ottenute cambiando diversi tipi di tuffi e posizioni. Più sono complesse queste acrobazie e maggiore è il punteggio che si ottiene.

I tuffi sono suddivisi in sei categorie.

Avanti: ci si tuffa in avanti e si ruota il corpo nella stessa direzione.
Indietro: ci si tuffa con le spalle all’acqua e si ruota il corpo all’interno
Ritornato: ci si tuffa in avanti e si ruota il corpo all’interno.
Rovesciato: ci si tuffa spalle all’acqua e si ruota il corpo in avanti.
Avvitamento: se è eseguito un movimento di rotazione rispetto a un immaginario asse verticale.
Rispetto alla posizione assunta durante il “tuffo”, si suddividono in:
Tesi: quando il corpo non è flesso
Raggruppati: con il corpo raccolto, ginocchia e piedi uniti, mani sulle gambe.
Carpiati: il corpo è flesso ai fianchi, ma con le ginocchia tese.
Liberi: quando si combinano le varie posizioni.

 
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